05/05/2019

Un cuore da custodire

Un cuore da custodire

La Bibbia parla spesso di cuore e noi siamo chiamati ad ascoltarlo, nel senso che dobbiamo avere attenzione al suo stato e dobbiamo vegliarlo. Essere attenti al nostro cuore è importante per capirne la reale condizione. Se è malato, solo, vuol dire che si è interrotta la nostra comunione con Gesù. Dobbiamo tornare a Lui per curarlo ed Egli è sempre pronto a farlo. Lui è alla porta e sta bussando.

In Matteo 13:11-15 i discepoli chiedono a Gesù perché parlava in parabole e lui risponde che ci sono delle persone a cui non era dato di conoscere i misteri del Regno. Al verso 15 Gesù spiega perché questa distinzione e cosa impedisce loro di comprendere: “Perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile…”. Vediamo un’immagine tristissima su come, trascurare lo stato del nostro cuore, può rendere completamente inefficace la Parola di Dio nella nostra vita. Noi siamo il tempio dello Spirito Santo e abbiamo bisogno di una guarigione del cuore. Molto spesso finiamo per pensare che sia sufficiente essere vicini ad un ambiente di chiesa per poter dire che siamo cristiani, ma in realtà siamo veramente in Cristo solo quando, camminando con Lui e, ascoltando le Sue parole, si produce un effetto sulle nostre vite e nel nostro cuore. I discepoli sulla via di Emmaus erano sfiduciati, ma ascoltando le parole di Gesù lungo il cammino, iniziarono a sentire il loro cuore ardere di nuovo (Luca 24:32). Il consiglio che Dio ci rivolge è lo stesso pronunciato nei confronti della chiesa di Laodicea: prendere coscienza della propria condizione e correre a Lui per essere purificati, arricchiti, rivestiti e guariti (Apocalisse 3:14-22). Non vogliamo essere tra coloro ai quali non è dato di comprendere a causa della durezza dei loro cuori bensì tra coloro ai quali viene rilevato il tesoro della Parola di Dio e della persona di Cristo.

In Matteo 15:17-20, Gesù insegna una grande verità: c’è uno stretto legame tra ciò che pronunciano le nostre labbra e quello che c’è nel nostro cuore. Un modo per capire lo stato di salute del nostro cuore è vedere cosa esce dalla nostra bocca. Se troveremo lamentele, maldicenza, dichiarazioni di sconfitta, ecc… significa che nel nostro cuore albergano questo tipo di pensieri, che non sono da parte di Dio. Se guardiamo alle Parole di Gesù, in qualunque circostanza possiamo vedere chiaramente il carattere di Dio e constatare come Egli abbia costantemente custodito il Suo cuore da qualunque pensiero carnale.

Il mondo considera opportuno seguire il proprio cuore ed i desideri che da esso scaturiscono. La parola ci dice che dal cuore vengono pensieri malvagi: omicidi, fornicazioni, adulterio, ecc… (Matteo 15:19). Soltanto accogliendo Gesù in noi possiamo essere trasformati e liberati da questa natura peccaminosa. La salvezza consiste nella nascita di Gesù nel nostro cuore, e questa è una grazia di Dio che nessuno ha meritato. Tuttavia, quando questo avviene, c’è qualcosa che come credenti dobbiamo iniziare a fare: custodire e santificare il nostro cuore (Proverbi 4:23) perché da esso scaturiscono le sorgenti della vita.

Ci sono delle credenze che ci bloccano o ci rallentano nel nostro cammino cristiano:

  • La concezione di chi è Gesù: spesso abbiamo in mente delle idee sbagliate, imprecise o molto limitate su chi è Gesù. Siamo chiamati a mettere il nostro impegno nel cercare di conoscere il Signore per chi Lui è veramente. Tramite la Parola potremo scoprirlo gradualmente, giorno dopo giorno, fino al giorno in cui lo vedremo per come Egli è (1 Giovanni 3:2).
  • La concezione di chi è Satana: a volte si pensa al diavolo e a Dio come a due forze che si equivalgono in una eterna lotta. in Isaia 14:16-17 si parla si Satana come di un uomo (quindi una creatura che non ha il carattere di Eternità) che è ridotto in rovina, tanto che chi lo vede si interroga su come sia possibile che un tempo avesse potere sulla terra, sui regni, sulle città e sugli uomini. Non dobbiamo mai dimenticare che Gesù ha fatto di Satana un pubblico spettacolo alla croce (Colossesi 2:15) e che Egli è già sconfitto per sempre.
  • La concezione di chi siamo noi: ci capita di considerarci completamente inutili e troppo fallaci per poter essere di qualche utilità nell’opera di Dio. Paolo, scrivendo a Filemone, dice di pregare affinché Dio gli faccia comprendere tutto il bene che può fare alla gloria di Cristo. È certamente vero che non siamo degni né in grado di servire il Re dei re, tuttavia, se restiamo in Cristo, avremo tutto quello che ci occorre per servirlo fedelmente e portare gloria a Dio (Colossesi 2:10).

Che possiamo prendere la decisione di accogliere la richiesta che Dio ci rivolge: dargli pienamente il nostro cuore (Proverbi 23:26), affinché Cristo sia veramente e completamente il Signore della nostra vita.