C’è un personaggio nella Scrittura che è stato particolarmente valoroso. È stato privilegiato più di chiunque altro sulla faccia della terra e ha ricevuto una grande responsabilità, come eredità dal suo pastore Mosè: si tratta di Giosuè. Prima di morire lanciò un appello al popolo d’Israele che aveva guidato e curato per tutta la sua vita (Giosuè 24:14-15). Egli rivolge al popolo un appello che impone una scelta. Di scelte ne facciamo tantissime ogni giorno e sappiamo che scaturiscono dal nostro volere e che determinano la nostra vita, per questo alcune sono davvero difficili. La scelta che pone Giosuè sembra invece molto semplice da prendere: servire Dio o i falsi dei di questo mondo? Chi mai vorrebbe servire un idolo e chi non riconoscerebbe come cosa buona servire il Signore? Ma Giosuè sembra sapere che il popolo, col tempo, è esposto al rischio di sviarsi. Dio disse che Israele sarebbe stato il Suo popolo prediletto, una nazione di Sua proprietà (Malachia 3:17), ma c’è una condotta che Dio si aspettava da loro: “dunque, temete il SIGNORE e servitelo con integrità e fedeltà…” (Giosuè 24:14).
Giosuè precisa un altro aspetto: Lui ha già scelto chi servire, e la sua casa lo appoggia in questa scelta: “…quanto a me e alla casa mia, serviremo il Signore”.
Se prendiamo con serietà ciò che affermiamo con le parole, quando preghiamo o cantiamo inni a Dio, dovremmo riflettere. Cosa voleva dire Giosuè chiedendo di scegliere chi servire? Siamo noi all’altezza di servire Dio? Probabilmente è più frequente il contrario, cioè che siamo noi a chiedere a Lui ciò che desideriamo. Ci piace di più essere serviti che servire. Ma Dio ci chiama a servire Lui, offrendoci per la nostra casa, per la chiesa e per il nostro prossimo. Non sono scelte da fare alla leggera. Perché è una scelta che indirizza totalmente e per la sua intera durata la nostra vita.
In Isaia 53 si parla di Gesù e del suo modo di servire secondo la volontà del Padre. Viene detto qualcosa che difficilmente accettiamo di buon grado per la nostra vita: “…è piaciuto a Dio di farlo soffrire…”. Dio ha scelto di condurre Suo Figlio alla croce ed è stato libero di compiere la Sua volontà perché Gesù era totalmente arreso e ubbidiente al Padre. Questo ha prodotto salvezza per noi, vittoria sul nemico, gloria al Suo nome e la venuta di un Regno che non avrà mai fine.
Abbiamo bisogno oggi di scegliere chi volgiamo servire. Se sceglieremo Lui saremo strumenti per l’adempimento della Sua volontà e la Sua volontà è questa: “…che chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). Se Lui ci ha scelti per spandere il Suo profumo (2Corinzi 2:15), facciamo profumo! Se ci dice che siamo il sale della terra (Matteo 5:13), diamo sapore! Se ci comanda di essere la luce del mondo (Matteo 5:14), facciamo luce! Viviamo per essere ciò che a Lui piace, senza se e senza ma.
Come possiamo riuscirci? Non dimentichiamo che a Gesù basta guardare una persona, perché essa sia cambiata per sempre. Lui ha grandi capacità nel trasformarci a Sua gloria. Egli può fare ciò che vuole, ma cerca persone disposte a servire. Siamo in una società senza forza, in cui ognuno si trascina dietro a mille impegni, e magari ci capita di pensare: “come mi si può chiedere di servire anche Dio?”. Abbiamo bisogno di Lui anche per riuscire a lasciare alle nostre spalle tutto il resto.
Abbiamo bisogno della potenza dello Spirito Santo per essere testimoni dell’evangelo, della sua forza per essere ubbidienti e fedeli. Sì, abbiamo bisogno di essere servi.
Oggi molti credenti si sentono il top della società e si gloriano con affermazioni del tipo: “Io sono il figlio del Re, io sono erede con Cristo, io sono sacerdote e Re, ecc…”. Queste cose sono vere per grazia ma Gesù parla anche di servi inutili (Luca 17:10). È importante realizzare prima che siamo servi.
In Giosuè 1, vediamo Dio che dà degli ordini a Giosuè ed è qui che, per la prima volta, lo scopriamo come un leader. Ma prima di quel momento chi è Giosuè? Lo vediamo andare in battaglia (Esodo 17:9-10), salire sul monte con Mosè (Esodo 24:13), aspettare pazientemente il suo maestro (Esodo 33:11), andare come spia su comando di Mosè (Numeri 13:16), ecc… Insomma, Giosuè, da sempre, serviva e servendo imparava (Numeri 11:28). Vediamo che è un uomo affamato della presenza di Dio e ligio nel servire, sia Mosè che tutto il popolo. Negli Atti leggiamo che nella chiesa c’era bisogno di gente disposta a servire (Atti 6:1). Anche la chiesa di oggi ha bisogno di persone che stiano accanto all’anziano, al malato, a chi soffre e a chi ha bisogno. Un’assistenza quotidiana, premurosa, costante e fedele.
Dio vuole affidarci un compito, ma chiede a noi se siamo disposti. Vogliamo essere servi?