20/09/2020

Tutto è compiuto?

Tutto è compiuto?

Possiamo considerare la storia dell’uomo come un tragico esilio dal suo Creatore. Dopo i fatti di Eden, la corruzione dell’uomo e il suo peccato non potevano coesistere con Dio, che a malincuore dovette stabilire più di una cesura coi suoi figli. Ma il sacrificio di Gesù ristabilì la giustizia di Dio e finì la separazione. Dopo la sua resurrezione Gesù restò coi suoi discepoli altri quaranta giorni (Atti 1:3): perché? Per confermare alcune certezze.

Tommaso (Giovanni 20:24) era ancora preda di una tenace incredulità. Nonostante le testimonianze, nonostante una precedente visita di Gesù, egli non credette. I due sulla via di Emmaus (Luca 24:13) invece giacevano in una tristezza inconsolabile: tutte le loro speranze scomparse in pochi giorni.

Pietro (Giovanni 21:1) non riusciva a liberarsi dal rimorso. Gesù era risorto; l’aveva visto, ma ancora non era sufficiente. Voleva tornare a pescare. Ancora non riusciva a perdonarsi per il suo rinnegamento.

Gesù non lasciò nessuno nelle loro morse. L’intervento di Dio si confermò nuovamente risolutivo ai fini della salvezza di ciascuno. Niente può fermare l’opera di Dio, nessun ostacolo. La pace, la gioia e l’amore di Dio sono legate alle certezza del suo amore.