28/06/2020

Tu dici… Tu non sai

Tu dici... Tu non sai

La coscienza che abbiamo di noi stessi molto spesso non corrisponde alla nostra reale condizione. A volte la presunzione, altre volte volte l’eccessiva fiducia nella nostra esperienza ci fanno credere che nessuno all’infuori di noi sia in grado di conoscere il vero stato della nostra esistenza. Se questo può essere verosimile a dispetto dell’opinione di altra persona, non è così per Dio. Egli ci ha creato e ci conosce molto meglio di noi stessi.

Quando i superstiti della distruzione di Gerusalemme informarono Nehemia dello stato della città (Nehemia 1:2-3) la notizia lo distrusse, mentre gli altri, le stesse persone che stavano vivendo sulla propria pelle quella desolazione, sembravano chiusi un un torpore di apatia. Nehemia stimolò i loro animi ad una reazione, e la situazione cambiò (Nehemia 2:17). Egli cercò prima di tutto di portare il problema davanti loro occhi.

Spesso guardiamo senza vedere e vediamo senza comprendere.

Come per la chiesa di Laodicea (Apocalisse 3:17), diciamo di trovarci in una determinata condizione mentre non sappiamo che la verità magari è agli antipodi da ciò che percepiamo e che quindi affermiamo. Ma la Parola di Dio sovviene alla nostra incapacità di vedere, e quando penetra a fondo non è possibile restare freddi davanti al senso di pentimento e alla coscienza reale di chi siamo davvero. Dio è il primo a volere fare questo, non per giudicarci ma per restaurare le nostre vite, affinché la sua gioia diventi la nostra forza (Nehemia 8:9-12).