09/12/2018

Troppo indegno per Cristo?

Troppo indegno per Cristo?

Luca 5:1-11

Gesù va in contro ai suoi discepoli e quasi senza chiedere permesso sale sulla barca di Pietro e la usa. Poi fa una precisa richiesta: gettare le reti. Sembra la richiesta di un dilettante nella pesca, infatti è un’attività che non ha senso ripetere in pieno giorno e per di più non dopo una nottata infruttuosa. Pietro lo sa bene, ma alla parola di Gesù obbedisce e ciò consente la realizzazione di un grande miracolo. Allo stupore generale segue una reazione di Pietro più che comprensibile. Infatti, secondo a legge ebraica non era una cosa semplice avere una relazione con Dio. Era risaputo che chi vede Dio muore, perché nessun uomo può stare alla presenza della Sua santità. Pietro capisce che Gesù non è un semplice uomo e così Gli chiede di allontanarsi da lui.

Una reazione simile la vediamo in Luca 7:7. Ancora una volta un uomo che si sente indegno di ricevere Cristo e un miracolo che scaturisce dall’obbedienza. Una delle strategie più utilizzate dal nemico delle nostre anime è quello di portarci a pensare che, a causa dei nostri peccati e fallimenti, non siamo degni di ricevere Cristo nella nostra vita. Cosi proprio quando dovremmo ricercare con maggior fervore la presenza di Gesù, ci troviamo ad evitare la comunione con Lui, convinti di essereGli sgraditi.

Matteo 9:24 ci ricorda che ogni cosa è possibile a chi crede. Quante volte ci siamo confrontati con questo limite, trovandoci nella condizione di dover fare la stessa preghiera di questo padre: “Signore io credo, sovvieni alla mia incredulità!”. In certe situazioni facciamo davvero tanta fatica a confidare in Gesù, ma se il nostro cuore desidera credere, Egli ci soccorre, sostenendo e accrescendo la nostra piccola fede. Egli sa bene che abbiamo particolarmente bisogno di Lui proprio nei momenti in cui ci sentiamo più stanchi, sporchi, miseri e indegni ed il suo intervento in nostro aiuto è garantito dalla sua fedeltà e misericordia. La Parola ci ricorda che il nostro Signore non trita la canna rotta e non spegne il lucignolo fumante ma è determinato nel ricostruire e nel ravviare (Isaia 42:3). Di fronte alla difficoltà dobbiamo confidare nel Signore, perché egli interverrà, anche quando sembra troppo tardi (Matteo 9:18). Ebrei 4:15 dice che Gesù comprende e simpatizza con le nostre debolezze, essendo stato vero uomo.

Talvolta finiamo per considerarci migliori di quello che siamo in realtà; così accade che quando scivoliamo restiamo profondamente delusi e pensiamo che per il Signore sia lo stesso. In realtà, per quanto ferito, Dio non si sorprende del peccato che così facilmente ci avvolge perché ci conosce meglio di noi stessi. Dobbiamo comprendere che siamo fallaci e che la nostra forza è solo in Lui. Non occorre prepararsi per incontrarLo, Gesù non si vergogna, non si schifa e non è tentato di allontanarsi da noi, ma dobbiamo riceverlo così come siamo e restare con Lui per essere cambiati (Ebrei 4:16).

La nostra infedeltà non spaventa il Signore (Osea 14:4), Egli può e vuole cambiarci anche in questo. Persino quando ci sentiamo indegni a tal punto da non riuscire a pregare, lo Spirito Santo intercede per noi, affinché riceviamo il soccorso di cui abbiamo bisogno (Romani 8:26).

La parola di Dio è infallibile, accostiamoci dunque con piena fiducia e non rimarremo mai delusi dal nostro prezioso Salvatore (Isaia 55:11).