03/03/2019

Seguimi!

Seguimi!

Il brano di Marco 3:13-15 rappresenta una rivoluzione per l’epoca e assume grande importanza anche per noi oggi. In questi versi infatti vediamo che Gesù chiama i suoi discepoli e loro iniziano a seguirlo. All’epoca dei fatti questa non era una cosa usuale, perché non erano i maestri a cercare i loro discepoli, bensì erano i discepoli che andavano dai maestri e talvolta pagavano per poter seguire i loro insegnamenti. È così che funzionava la religione del tempo: bisognava entrare in una cerchia di poche persone influenti, recarsi in luoghi specifici, seguire regole e rituali precisi ed il tutto era spesso riservato a pochi eletti che potevano permetterselo. Gesù è contrario a questa élite religiosa (Matteo 23:13) e chiama a sé “quelli che Egli vuole”; persone umili, anonime e semplici ma delle quali conosce i cuori. Quando li incontra, non perde tempo a convincerli, a pubblicizzarsi o a spiegare loro quale sia il Suo progetto e in che modo vuole renderli partecipi. Gesù rivolge loro un invito chiaro e diretto: “Seguitemi!”. Una semplice chiamata ma che lascia trasparire tutto il Suo amore, per ognuno di quelli che ha scelto di avere con sé.

È toccante vedere la reazione di questi uomini alla voce del Signore; è scritto infatti che lasciarono prontamente le reti e lo seguirono. Non ebbero bisogno di garanzie o di rassicurazioni, non chiesero di cosa avrebbero vissuto o chi si sarebbe preso cura delle loro famiglie se avessero scelto di servire il Signore. Gli bastò ascoltare l’invito di Gesù per decidersi a seguirlo lasciando tutto. I Vangeli non ci dicono molto di questi uomini, ma in Atti leggiamo ciò che la gente dicava di loro: “Costoro, che hanno messo sottosopra il mondo…” (Atti 17:6). Questo ci fa capire cosa è in grado di fare il Signore con delle vite sottomesse allo Spirito Santo. Non erano uomini speciali né particolarmente colti o dotati, ma la trasformazione che Dio può fare nella vita di un uomo arreso non conosce limiti. Così, quei pochi uomini, ripieni di Spirto, furono in grado di scuotere il mondo talmente in profondità che noi, oggi, beneficiamo ancora del frutto della loro predicazione.

Ognuno di noi è una scelta di Dio, ed Egli non si sbaglia e non si pente della scelta che ha fatto. Ci ha cercato nel fango e nel peccato delle nostre vite per risollevarci e prenderci al Suo servizio affinché, anche noi, contribuiamo alla predicazione dell’Evangelo ad ogni creatura sulla terra. Non siamo stati salvati per occupare una sedia in una chiesa ma per essere attenti alla Sua voce. Se avessimo le orecchie dello spirito aperte sentiremmo che il Signore sta chiamando a sé. Sentiremmo nomi di persone a noi care che vengono chiamati alla salvezza e sentiremmo i nostri nomi chiamati ad andare per annunciare loro l’Evangelo.

A volte, la Chiesa smette di credere che Dio è potente da cambiare ogni situazione e che può stravolgere il nostro mondo. Quando ciò avviene, tutta la nostra fede si riduce ad una religione fatta di canti imparati a memoria, di rituali e di presenze in chiesa. Dio è alla ricerca di discepoli, che alla Sua chiamata lascino prontamente le reti per dichiarare: “Signore, puoi contare su di me”.

Nella mente del credente può nascere il dubbio che Dio non sappia cosa farsene delle nostre vite, così piene di fragilità, di debolezze e di scelte sbagliate ma Egli ci ricorda che siamo il frutto di una Sua scelta, mirata e consapevole (Giovanni 15:16). Egli ha un piano per la nostra vita e non guarda ai nostri difetti ma al frutto che possiamo portare una volta arresi nelle Sue mani.

Purtroppo, il cuore dell’uomo può diventare duro a tal punto da rimanere insensibile all’amore di Dio e sordo alla sua voce (Ebrei 3:7-8). Egli ci parla e noi rispondiamo: “No!” e quando lo facciamo non abbiamo neppure il coraggio di essere sinceri con Lui e con noi stessi ma iniziamo ad inventare scuse e a dare precedenza a futili impegni (Luca 14:15-20). Il Signore è tenace, non si arrende con noi e ancora oggi ci inviata a lasciarci modellare, ma la Sua pazienza non è per sempre.

C’è un obiettivo preciso per cui scelse i suoi discepoli ed è lo stesso motivo per cui ha chiamato noi: “… per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demoni” (Marco 3:15). Quanto ci sentiamo coinvolti in questa missione? Quanto riusciamo a sentirci conformi a questo verso?

Porgiamo l’orecchio ad ascoltare la voce del Signore e preghiamo affinché la nostra arresa nelle Sue mani sia tale da poter essere inviati a fare ciò che Egli vuole.