“Da tempi lontani il Signore mi è apparso. «Sì, io ti amo di un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà.”
Geremia 31:3
Questo verso ci mostra che non esiste momento, fin dall’eternità, in cui l’amore di Dio non sia intorno a noi, Egli ci ama per come siamo e il Suo sentimento non può mutare, tuttavia può capitare che l’uomo scelga di allontanarsi e non riconoscere più quel grande amore manifestato.
Nella celebre parabola del figliol prodigo in Luca 15:11-24, abbiamo un chiaro esempio di come il luogo in cui ci troviamo, lontano dalla presenza del Padre, dipenda unicamente da scelte personali. Ingannato da false speranze e desiderio di libertà, il figliol prodigo abbandonò la casa paterna, ma pagò un caro prezzo in moralità, dignità e gioia, sperperando la propria eredità fino al punto di dipendere interamente da altri, uscendo da sé e perdendo la propria identità.
Quando le condizioni del mondo ci relegano ad uno stato di perenne sporcizia, come il giovane della parabola, il desiderio del Signore è quello che noi possiamo tornare in noi stessi (Luca 15:17), ascoltando la dolce voce del Consolatore (Giovanni 16:7-8).
“Questo farò!” sancisce una nuova decisione per il giovane prodigo, quella di ritornare alla casa del padre. Solo rientrando in se stesso poté riconoscere il proprio peccato, confessarlo e chiedere perdono. Non si aspettava di essere accolto nuovamente come un figlio, era disposto ad accontentarsi di uno stato umile presso la casa paterna, come servo e senza alcun privilegio, dimostrando di non conoscere ancora la profondità dell’amore del Padre…ma le braccia del padre lo attendevano con un abbraccio!
Come Chiesa non possiamo restare impassibili, in quanto credenti ricordiamoci di essere come i servi del padre, chiamati a preparare gran festa per coloro che tornano a Lui (Luca 15:22-24).