07/02/2021

Possedere, dichiarare e agire

Possedere, dichiarare e agire

Non è possibile dare ciò che non si ha. L’apostolo Pietro ne era cosciente quando, alla porta di Gerusalemme, guarì lo storpio che chiedeva soltanto pochi spicci (Atti 3:1-11). Ma come è stata possibile questa evoluzione? Poco più di un mese prima, sempre lo stesso apostolo, aveva dichiarato a Gesù che non l’avrebbe mai abbandonato, quando poi le cose andarono in tutt’altro modo. Cosa è accaduto davvero? Semplice: Pietro non possedeva le realtà che la sua bocca dichiarava (Matteo 26:31-35) (Luca 22:34). Quante volte accade nella vita di molte persone? Ci premono buone intenzioni, credenze per le quali si crede davvero di possedere le cose pronunciate. Ma, come per un assegno, ciò che si espone necessita di una copertura reale, concreta, effettiva. Pietro non possedeva quello che dichiarava. La chiesa di Laodicea nemmeno: Tu dici… (Apocalisse 3:15-18). Si dicono tante belle cose, come i figli di un tale Sceva (Atti 19:13-15); ma quanta la sostanza? Dio ci conosce. A Lui ogni cosa è nuda e scoperta, i nostri punti di forza e i lati del nostro carattere su cui occorre lavorare. Per questo vuole immergerci nella presenza dello Spirito, in modo tale da essere uno con Lui, realizzati e completi. Per una nuova vita. E perché, prima di dichiarare qualcosa, si ha quella cosa.