14/02/2021

Il muro dell’incredulità

Il muro dell'incredulità

L’incredulità crea muri, solleva barriere tra le persone e tra l’uomo e Dio.

Gesù stesso ebbe non pochi ostacoli di fronte l’incredulità dei suoi concittadini (Matteo 13:54-58): non compì opere potenti a causa di questo. Da cosa è causata però tanta incredulità? Spesso la conoscenza umana: il contesto familiare di Gesù è reputato troppo umile per tutta quella potenza e sapienza nelle Scritture.

In seguito Gesù chiede un feedback ai suoi discepoli, questionando su cosa pensa la gente di lui (Matteo 16:17). La vera essenza di Gesù si ottiene per rivelazione, la rivelazione dello Spirito.

Non tutto quindi può essere conoscibile dalla mente umana; essa può condurre a ottimi livelli, ma ciò che riguarda lo spirito richiede un altro “linguaggio”.

Tommaso, uno dei discepoli, assume una posizione di rilievo per quanto concerne l’analisi e l’osservazione, dovendo andare a Betania per la malattia di Lazzaro. Egli crede che sia una follia: i giudei vogliono ucciderlo e Gesù va lì. Assurdo. Dopo la morte di Gesù, Tommaso deve toccare con mano, afferrare con i sensi che quello che ha di fronte non sia un fantasma o altro.

Il discepolo (la Bibbia lo sottolinea) in quel momento non era con i suoi compagni. L’ottavo giorno però, lo stesso giorno in cui un bambino viene circonciso, Tommaso si trova nel posto giusto e al momento giusto; con un nuovo cuore e una nuova attitudine.

L’incredulità è un potente impedimento. L’antidoto è la fede (II Corinzi 5:16-17).