23/06/2019

Partecipi della visione di Dio

Partecipi della visione di Dio

In Romani 8:9 lo Spirito Santo, tramite l’apostolo Paolo, fa emergere una rivelazione speciale: la natura brama una rivelazione di Dio e i figli di Dio ne saranno gli artefici. Quando ci identificheremo nel nostro Signore porteremo pace nel mondo.

Per tutto il corso della nostra vita sulla terra avremo la facoltà di scegliere tra luce e buio, tra vita e morte. Ciò che sceglieremo sarà ciò che diffonderemo nel creato. In Deuteronomio 30:11-20, Dio pone davanti all’uomo una scelta: “io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male” invitando Israele a scegliere la vita: “scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza” e in Romani 10:5-13 viene rinnovato l’invito a ricercare la giustizia, ottenibile tramite la fede in Cristo Gesù. Cosa sceglieremo? Qualunque scelta faremo c’è un principio a governarci: ciò che sceglieremo ci identificherà, ci accompagnerà e sarà ciò che diffonderemo intorno a noi.

Conclusa una funzione siamo chiamati a portare le benedizioni e la gloria di Dio nelle nostre case e nel mondo. Possiamo scegliere di arrenderci oppure di difendere i nostri diritti e la nostra volontà. Se sceglieremo il Signore sperimenteremo una guarigione dell’anima ed un mutamento dei sentimenti che dimorano nel nostro cuore. Possiamo continuare ad alimentare critiche, giudizi e rancori oppure scegliere di camminare nell’amore e nel perdono. Non possiamo vivere una relazione di preghiera, lode e adorazione con Dio senza che questo influenzi ogni aspetto della nostra vita perché ciò che siamo sarà manifesto a tutto il creato. La relazione con Dio consente la trasformazione di noi stessi e l’identificazione in Cristo. Da essa dipendono le nostre relazioni con il prossimo.

Un grande pericolo è costituito dal giudizio. Esso consiste in un comportamento assunto in funzione del comportamento altrui. Ciò non deve appartenerci, un cristiano vive le sue relazioni in funzione di ciò che Dio ha fatto nei suoi confronti (Marco 4:24). Quando entriamo nel campo del giudizio, alimentiamo il nostro male e ci provochiamo dolore. Noi non siamo in grado di giudicare nessuno in nessuna circostanza, perché non sappiamo interpretare le azioni altrui per comprendere quali pensieri e quali sentimenti le abbiano generate. Infatti, ognuno ha un carattere differente, un background specifico e vive situazioni proprie; di conseguenza, non siamo in grado di comprendere qualcuno nella pienezza della sua complessità, così da poter poi esprimere un giudizio.

Se riscontriamo situazioni negative nelle nostre relazioni, la Parola ci inviata a parlarne e a chiarire con la persona con cui abbiamo avuto attriti; è qualcosa che funziona e ci fa del bene. Quando capiremo dove sta l’errore dobbiamo impegnarci per cambiare comportamento. Spesso le coppie si separano e ricominciano un nuovo matrimonio, ma dopo qualche anno riscontrano gli stessi problemi con il nuovo partner. Questo avviene perché si sono attuati nuovamente i comportamenti e le omissioni che hanno portato al fallimento della prima unione.

Se riuscissimo ad immedesimarci nel modo di vedere di Dio, riusciremo a manifestare la sua gloriosa persona in ogni relazione. Occorre però volerlo più di ogni altra cosa. È il tempo di mettere da parte la nostra opinione di Dio per comprendere davvero chi Lui è.

In Matteo 13:45-46 si parla della perla di grande valore. Questa è una metafora delle realtà spirituali: il mercante, per acquistare la perla ha venduto tutto; ugualmente noi dobbiamo disfarci delle nostre opinioni, pregiudizi e schemi mentali per acquisire la visione di Dio, ma saremo disposti solo se la stimiamo di grande valore. In Filippesi 3:7-10 Paolo afferma di reputare ogni cosa come spazzatura se paragonata alla conoscenza di Cristo. Fino a quando non arriveremo a quel punto non saremo pronti a sperimentare la Sua gloria, perché non saremo partecipi della Sua visione.

Quante volte preghiamo chiedendo a Dio di usarci, di mostrarci il Suo piano e di rivelarci nuove verità sulla Sua persona? Dio non potrà riempire con la Sua gloria le nostre vite fino a quando saremo pieni di noi stessi.

In Romani 10:14-15 si evoca la figura d’araldo, che richiama quella di Giovanni Battista, un uomo che apre la via al messaggio di Cristo. La parola utilizzata nell’originale indica anche il ruolo rivestito dal marinaio che, quando c’era nebbia, con una corda legata alla nave, andava a nuoto verso la riva, cercando una via sicura per attraccare. Costui, legava l’altro capo ad una roccia e dava il segnale di tirare. Così facendo, l’imbarcazione arrivava al porto in sicurezza, tramite il passaggio individuato dal marinaio precursore. Similmente, Gesù attende che siamo disposti a fidarci di Lui, rinunciando alla nostra visione limitata per seguire, con fede, la via che ha tracciato.

Durante la nostra giornata ricerchiamo la comunione con Dio! Solo così saremo in grado di affrontare qualunque situazione nel giusto modo. Quando ci avvicineremo alla visione di Dio fino ad acquisirla, Egli ci userà per manifestare la Sua gloria al mondo. Siamo chiamati ad entrare nella nostra cameretta, ad aprire il nostro cuore, a confidarci col nostro Signore e ad ascoltare la Sua voce. Questa è la chiave per una vita benedetta e guidata dallo Spirito Santo.