11/10/2020

L’uso della vita

L'uso della vita

Nel corso della vita si apprendono tante cose, ma spesso non come si vive.

L’apostolo Pietro definì un determinato modo di vivere come “vano” (I Pietro 1:18), temporaneo, ciclico.

Quindi cosa significa imparare a vivere?

L’Ecclesiaste definisce tutte le occupazioni come vanità, e un correre dietro il vento (Ecclesiaste 1:14), e specifica come esse non soddisfino appieno il bisogno del cuore umano (Ecclesiaste 2:22), perché circoscritte a un tempo, e un tempo specifico per ogni cosa (Ecclesiaste 3:1): un tempo per nascere, un tempo per piantare, uno per dissodare, un tempo per morire.

Ciò che si impara, è che il “per sempre” non esiste.

Dio è colui che ha progettato la nostra vita e sa qual è il modo migliore per spenderla: non più io vivo, ma Cristo vive in me (Galati 2:20). Non si tratta di un annichilimento, se si affronta questa espressione col giusto discernimento.

Cosa significa cedere la vita per Cristo? Perdersi in colui che ci ama, in colui che ha compiuto tutto; fare nostra la sua identità, il suo modo di pensare e di agire.

Un vano modo di vivere ci renderà eredi del nulla, ma ricongiungendoci con lo Spirito che ci ha creati trasformerà questa esistenza da sterile, formale e nulla ad una esistenza piena e realizzata.

Gesù fa una distinzione tra ciò che il suo uditorio aveva sentito e ciò che Lui stava dicendo; dunque già un primo distinguo, quelle persone non avevano messo in pratica niente di tutto ciò, ma nonostante tutto vi si stavano arroccando gelosamente. (Matteo 5:1).

Gesù alza di più l’asticella: la sua Volontà è ancor più esigente della Legge, ma la sua Giustizia ci rende perfetti, avendo egli compiuto la Legge.

Anche certe vanità continueranno, ma Cristo deve essere il centro della nostra vita, perché è in Lui che siamo giustificati.