26/04/2020

L’unico incontro che cambia la vita

L'unico incontro che cambia la vita

Dio è un Padre desideroso di incontrarci, custodirci e guarirci dalle infermità che si abbattono su noi. A volte sono però le nostre attitudini verso i suoi desideri d’amore a ostacolare un cambiamento di condizione. Vediamo tre di questi esempi.

Nahaman il siro (II Re 5:1-14) era un generale potente e vittorioso che un giorno si ammalò di lebbra; Venendo a sapere che un grande profeta avrebbe potuto ripristinarlo nella condizione precedente grazie alla mano di Dio, si recò da questi. Ma come Eliseo, il grande profeta, gli indicò di andarsi a tuffare sette volte nel Giordano, il suo orgoglio e i suoi modi supponenti si risentirono non poco. Egli pensava che il profeta lo avrebbe guarito con modi “adatti” al rango della sua persona, non certo attraverso le semplici acque del Giordano.

Un altro esempio è il paralitico di Betesda (Giovanni 5:2-9), che alla domanda “vuoi essere guarito?” lamentò la sua solitudine, vittima di un pericoloso atteggiamento autocommiserativo per le tante volte in cui altre persone, quando l’acqua di Betesda veniva scossa, passavano prima di lui.

L’ultimo esempio è Natanaele, uno dei dodici (Giovanni 1:45-51); un uomo di cui Gesù ne loda l’integrità ma non scevro da diffidenza e pregiudizio quando Filippo venne ad annunciargli l’incontro col Messia. Nel momento in cui Gesù gli dimostrò di sapere dove fosse e cosa stesse facendo sotto il fico, mettendolo così a nudo nei suoi momenti di intimità, Natanaele comprese che lo sguardo di Gesù era già su di lui; ma una cosa fece prima, all’invito del suo amico Filippo: andò e vide di persona.

La semplicità del vangelo spesso abbatte i canoni dei nostri pensieri; la solitudine e quel lettuccio lì ad indicarci le nostre sconfitte possono essere trasformati in grandi vittorie; le nostre incredulità, basta un semplice atto di fede per scardinarle.

Quando il Signore stabilisce con noi degli appuntamenti non dobbiamo dimostrarci rigidi e bloccati per via delle considerazioni che abbiamo sulla sua persona, perché Egli è un Dio d’amore, venuto a darci la “Buona notizia” della sua salvezza.