Poiché la creazione con brama intensa aspetta la manifestazione dei figli di Dio (Romani 8:19). Questa affermazione, riportata dalla parola di Dio, ancora oggi riveste una certa gravità, per non dire importanza assoluta.
Da figli di Dio, spesso ci concentriamo solo sui nostri problemi e ci dimentichiamo del fatto che il Signore, dal momento in cui ci ha chiamato e donato la sua Salvezza, ha promesso un’eredità, la gloria futura e la Sua presenza ma non solo: essere per noi un rifugio nel corso di questa vita.
Egli non ha promesso a nessuno – credenti e non – una vita senza ostacoli, un’esistenza piana e priva di impedimenti, e questo in un certo senso è un fattore che ci accomuna al principio della natura – come anche ribadito dall’apostolo Paolo (cfr. Romani 8:23): siamo tutti “sulla stessa barca”. La realtà oggettiva di questo mondo presenterà sempre le proprie contraddizioni, tribolazioni e domande senza una risposta. Ma tutto ciò non sarà per sempre.
L’esortazione rivoltaci quotidianamente dalla parola di Dio ha a che fare con una scelta su ciò a cui dovremmo dare maggior importanza: le sofferenze del tempo presente o la gloria futura (cfr. Romani 8:8)? Cosa scegliamo? A cosa decidiamo di dare credito?
Ci si dimentica troppo spesso che Dio, nel suo grande Amore, ha scelto di redimerci quando eravamo ancora figli d’ira, ribelli e lontani da Lui (Efesini 2:1-9), e proprio questa dimenticanza genera in noi un’errata stima di ciò che ha veramente valore eterno. Mentre il credente può guardare a Colui che può ogni cosa, l’umanità è nella disperazione, aspetta con brama intensa la manifestazione dei figli di Dio. Ma in cosa consiste questa evidente manifestazione, che va al di là delle semplici parole ed è in grado di offrire un rimedio al dolore del mondo? Questa manifestazione consiste nella pace e nella speranza, che, come semi piantati al suolo, generano un sentimento di tranquillità e fiducia presso Colui che ha il potere di risolvere ogni cosa. Il credente ha il dovere di condividere quello che il Signore ha fatto nella sua vita, e il diritto di riappropriarsi della consapevolezza che i piani di Dio possono essere forse ostacolati, ma non fermati.
Che ciascuno sia onesto con se stesso, constatando quanto effettivamente stia rispondendo al bisogno del suo prossimo, in parole e fatti, e di quanto egli stia testimoniando del Dio, che come ha operato nelle vite di miliardi di individui fin dalla creazione del mondo, ha la facoltà di farlo ancora oggi.