10/05/2020

L’abbraccio del Padre

L’abbraccio del Padre

In questi giorni difficili, molti di noi si sono prodigati all’approvvigionamento delle proprie dispense, beni di prima necessità e quant’altro, ma nulla ha potuto colmare la misura del vuoto e di lontananza che magari ci ha distanziato dalle persone che amiamo.

In quanto esseri umani, avvertiamo il bisogno di dare e ricevere amore, ma a volte possiamo non destinarlo alle cose meritevoli: carriera, ricchezze, noi stessi, cose positive se usate con equilibrio, dannose quando pensiamo di farle collimare con la nostra felicità.

Blaise Pascal, noto filosofo e matematico, una volta espresse che, “Nel cuore di ogni uomo c’è un vuoto che ha la forma di Dio e che solo Dio può riempire per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo”. Ciascuno di noi, in fondo, sa che è così. Solo in Cristo una vita può dirsi pienamente realizzata.

Come nella parabola del figliol prodigo (Luca 15: 11-32), molti di noi si sono illusi o si illudono di poter trovare la felicità all’infuori di Dio, per poi cadere rovinosamente. Ma questo giovane, finito che non gli era rimasto null’altro che pascolare in mezzo ai porci, rientrò in sé (Luca 15:17); questo rientrare in sé presuppone un atto d’onestà da parte nostra, capire veramente se sì è felici, se si ha pace, se c’è armonia con Dio, il prossimo e noi stessi, nella nostra vita, e trarne le più trasparenti conclusioni.

Il fatto meraviglioso è che il ragazzo al suo ritorno non trovò un padre giudicante e accigliato, ma amorevole e disposto a dargli il suo abbraccio, in quanto addolorato per la lontananza di un figlio che sentiva come morto.

Questa è la condizione dell’uomo senza Dio: morte. Questo è il solo amore che può colmare e abbracciare le nostre vite: il suo, quello di un Padre presente e vicino.