Un giorno, uno di quelli che avrebbero cambiato per sempre la storia dell’umanità, Pilato chiese a Gesù: “Cos’è verità?” (Giovanni 18:37-38). L’interrogativo forse era giusto, a non esserlo era il presupposto. La verità non è un “cosa”, ma un “chi”. Gesù disse “Io Sono la Via, la Verità è la Vita…” (Giovanni 14:6), e sottolineò molto spesso l’importanza del vero, dell’autentico, parlando di veri adoratori, veri discepoli, vera libertà. Quest’ultima è legata a doppio filo alla verità: “Se perseverate nella mia parola sarete veramente mie discepoli, e conoscerete la verità; e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:31-36); e in un’epoca dove pullulano false notizie, capaci di comportare anche effetti gravi in mancanza di consapevolezza, c’è urgente bisogno di verità.
Tutto ciò che viene da Dio è puro e non c’è spazio per apparenze e ipocrisie; la pace, l’amore e la libertà come le presenta il mondo, hanno in realtà effimera consistenza. Molto spesso si cade perciò nella trappola illusoria di credere il possedere tali benefici, di essere liberi di scegliere quando poi sono le nostre soggettive capacità di discernimento a indirizzare un comportamento anziché un altro. Dio vuole che scegliamo, per fede, di lasciarci guidare dall’unica verità che esiste, che ci fa comprendere la nostra reale condizione e che permette noi di accedere alla sua forza, alla sua pace: Gesù Cristo.
Egli vede infinitamente più lontano da noi, i suoi pensieri e le sue vie possono darci la capacità di perseverare nella verità, di cercare diligentemente il nostro Dio, avere la chiarezza che Egli possiede e la vera libertà; ma prima di questo, dobbiamo stabilire “chi” sia verità nella nostra vita.