20/06/2021

La semplicità portata da Cristo

La semplicità portata da Cristo

 

Cristo ha rivalutato la semplicità per come era intesa nell’Antico Testamento, donandole un nuovo meraviglioso significato: non più paragonabile all’ingenuità o ad una carenza di intelligenza da compensare (Salmo 19:7/Salmo 119:130/Proverbi 22:3), la semplicità diviene una qualità indispensabile per poter vivere una sana relazione con il Signore.
La gloriosa opera di Cristo ha compiuto già tutto quel che occorreva alla salvezza dell’anima nostra, aver fede in essa esclude molti altri complessi ragionamenti e liturgie. L’elenco di specifici materiali per il tabernacolo, o la selezione della tribù di Levi e in particolare della casa di Aaronne per il ruolo sacerdotale, sono solo alcuni esempi che ci mostrano la complessità di come fosse inteso il rapporto con Dio nell’Antico Testamento. Ma Gesù rinnova tale visione, modificando questa mentalità selettiva e indicando chiaramente che è una relazione spontanea e semplice come bambini, che apre la strada al Regno dei Cieli (Marco 10:13-16).

Quali aspetti caratterizzano il cuore e l’attitudine del bambino?

1) L’incapacità di comprendere un linguaggio ironico e sarcastico, usando parole con l’intento di affermare un senso contrario a quello che gli è proprio. Il cuore dei farisei, che lusingavano Gesù con la bocca, era in realtà lontano e sprezzante del Maestro, ma i bambini comunicano solo ciò che realmente è serbato nel loro cuore, come anche Gesù ci esorta a fare in Matteo 5:37.

2) La purezza del cuore del bambino li porta a manifestare sentimenti ed emozioni senza camuffarli, bensì esattamente per come sono.

3) Le relazioni dei bambini sono guidate più dal desiderio di armonia che dalla ferocia del risentimento o dal desiderio di rivendicazione e distacco. Gioiscono della compagnia degli altri, così come la Chiesa primitiva (Atti 2:46) e la Chiesa tutta può fare, lasciandosi costantemente rinnovare dallo Spirito Santo.

4) Dare con semplicità e non essere mossi da secondi fini.

5) Il bisogno di protezione e custodia dal pericolo, accolti con semplicità e individuati nel genitore, così come il credente dovrebbe serenamente cercarli nel Signore soltanto, poiché Egli costantemente veglia sulle nostre vite.

6) I bambini sanno aprire i propri cuori senza porre attenzione alla forma delle richieste che fanno, a volte in maniera apparentemente egoistica, concentrati solo sui propri bisogni, come Iabes che desiderava abbandonare il legame del suo nome e della sua storia con il dolore, e il Signore lo esaudì (I Cronache 4:9-10).

7) Il forte legame dei bambini con le persone che amano, lo stesso che dovremmo anche noi mantenere con il nostro Padre Celeste, desiderando sempre la Sua presenza, come Mosè invocò in Esodo 33:15, soffrendo quando siamo lontani da Lui.

 

La dottrina viene meno, le capacità organizzative dell’adulto diventano insignificanti: il Signore ci chiede un cuore semplice, la fiducia, l’arresa e la spontaneità di un bambino, con la mano stretta nella Sua e lo sguardo rivolto in alto.