26/01/2020

La riconciliazione

La riconciliazione

Il ministero del credente, ovvero il suo servizio più urgente, è quello della riconciliazione (Efesini 2:16).

Spesso eccessive nomenclature ci fanno pensare al termine ministero come a un compito riservato a pochi eletti, ma la verità è ben lungi dall’essere tale. Per riconciliazione intendiamo il compito che in primis ha svolto Gesù nel momento in cui ha ripristinato l’antico rapporto vi era tra Dio e l’uomo, con la sua vita e il sacrificio sulla croce; guardando quindi al Suo esempio, e in primo luogo al fatto che ciò è avvenuto mentre eravamo lontani e nemici, il nostro compito è quello di continuare l’opera del Maestro, riconciliare le persone a Dio, e – probabilmente questa una condizione più spinosa – compiere il medesimo procedimento anche nei nostri rapporti interpersonali.

Per essere riconciliati con i fratelli è necessario credere che i nati in Cristo sono delle nuove creature, e, di conseguenza, porre l’amore come centro propulsore del rapporto che dovrebbe legarci, non più il giudizio e la critica (I Giovanni 3:16).

L’amore ci aiuta a discernere veramente il corpo di Cristo (I Corinzi 12:14) e questo corpo siamo noi. Ma come è possibile questa realtà senza che vi sia empatia fra membra di questo organismo, senza la consapevolezza che in noi abita uno Spirito potente e nuovo, e la reverenza dovuta al capo di questo corpo? (II Corinzi 5:11). È un servizio, inderogabile e che appartiene a ciascuno di noi, perché essendo nuove creature, viviamo in Lui e per Lui.