05/01/2020

La potenza della trasformazione

La potenza della trasformazione

Il nostro attaccamento a Dio spesso è direttamente proporzionale al senso di pericolo e disagio percepiti; non ci rendiamo conto di quanto Egli sia in grado di fare nelle e delle nostre vite, e a volte questo ci porta a cadere in un letargico appagamento.

È il caso che ha visto protagonisti il profeta Eliseo, morente e a fine corsa, e il re Ioas d’Israele al suo capezzale (2 Re 13:14-19). Il profeta guidò il re con precise istruzioni per condurlo alla risolutiva vittoria contro i Siri suoi nemici; ma proprio quando quest’ultimo avrebbe dovuto battere il suolo con delle frecce, simbolo attraverso il quale il Signore gli aveva promesso un trionfo certo, eccolo colpire solo tre volte.

Spesso, come lui, non comprendiamo che Dio è in grado di fare infinitamente al di là di quello che domandiamo e pensiamo, mediante la potenza che opera in noi (Efesini 3: 20); ci si accontenta di un risultato provvisorio volto a risolvere le contingenze e i bisogni a noi noti, non capendo che l’opera del Signore va ad incidere in maniera molto più profonda e che Lui conosce molte più cose a nostro riguardo di quanto noi stessi possiamo immaginare.

Il segreto per “sbloccare” questa potenza che si trova e può operare in noi è essere trasformati nella Sua stessa immagine (2 Corinzi 3:18); il credente non ristagna, non usa i doni che Dio gli ha elargito per mettere in piedi una competizione con gli altri, non può restare ancorato a processi che l’hanno visto girare intorno alle medesime debolezze e difficoltà per anni.

Se è vero che si tratta di uno sviluppo senza fine, e che ogni forma di appagamento è deleteria, la Sua potenza è indissolubilmente legata alla trasformazione; ci rende abili e idonei al servizio, e fa in modo che la nostra mente e il nostro cuore siano completamente arresi a lui, in modo tale da poter intraprendere una direzione di vita che ci porti a sperimentare l’immensità delle Sue promesse, e non più una rincorsa al singolo obiettivo.