25/07/2021

Insensibili all’amore di Dio

Insensibili all'amore di Dio

La sensibilità, benché presente a diversi gradi d’intensità in ognuno, è prerogativa di ogni uomo. Sia essa emotiva o fisica, la sensibilità permette di recepire segnali, d’allarme come di benessere, e ci spinge ad una reazione.

La Bibbia affronta il tema dell’insensibilità alla presenza e all’amore di Dio e del pericolo che l’uomo incorre quando, a motivo d’essa, il cuore non comprende e non converte la propria natura in direzione dell’Eterno (Matteo 13:14-16).
La mancanza di sensibilità nei confronti dell’amore di Dio non è congenita, bensì una scelta ( v. 15 “hanno chiuso gli occhi“) che, come una barricata, viene elevata volontariamente, e ci separa dalla luce di Dio.

Per ogni uomo esiste qualcosa in grado di compungerne la sensibilità, aspetti a volte rivolti al bene, altri egoistici e malvagi, o ancora al denaro, al piacere.
Essere sensibili ad un livello più profondo e spirituale significa essere aperti all’ascolto, attenti verso coloro che amiamo. Ancor più verso il Signore dovremmo esercitare sensibilità e scegliere di trovare un posto permanente nel nostro cuore alle Sue parole, applicandoci a comprendere la reale intensità dell’opera Sua e dei Suoi intenti, per con incorrere nell’errore dei discepoli di Marco 8:14-21, che pur avendo assistito a moltiplicazioni miracolose, non erano in grado di sintonizzarsi col Cristo autore dei miracoli.

Il desiderio del Signore è che l’uomo si ponga verso di Lui in una vicinanza tale da cogliere con sensibilità la Sua presenza, riservandoGli un posto nella propria vita, senza indurire il cuore avendo udito la Sua voce (Ebrei 3:12-19).

Quando si verifica un rifiuto dell’Evangelo, la Chiesa dovrebbe riconoscere che dietro ad un’avversità al messaggio di salvezza, si cela un più profondo scontro tra potestà spirituali, ed essere maggiormente recettiva alla guida dello Spirito Santo.

Differenziare lo sprone della nostra sensibilità, produrrà effetti altresì diversi: affiliati alla presenza di Dio e alla Sua Parola, l’opera di Cristo sarà per noi salvezza e speranza, mentre per coloro che scelgono di rigettarla, sarà “un odore di morte, che conduce a morte” (II Corinzi 2:15-16).

«Chi crede in Lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più della luce, perché le loro opere erano malvagie. Perché chiunque fa cose malvagie odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue opere non siano scoperte; ma chi mette in pratica la verità viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché sono fatte in Dio».
Vangelo secondo Giovanni 3:18‭-‬21

Facciamo buona guardia al nostro cuore, i pensieri che occupano la nostra mente e le nostre azioni sono un’importante indicazione della nostra sensibilità alla voce di Dio: quest’oggi accogliamo la Sua luce, preferiamola alle tenebre!