La vita è un viaggio imprevedibile, un sentiero che batte e tasta territori sconosciuti. Ognuno ha una meta, una rotta confacente ai propri obiettivi, ma c’è da tener fermo un punto: sarà la compagnia di questo viaggio a stabilirne la qualità, e, cosa ancora più importante, la destinazione.
Quando ci si muove in posti cui siamo poco avvezzi, forse avremmo bisogno di una guida, no? E allora perché non rimettersi a chi le molteplici strade ed esiti li conosce a menadito? Gesù. Egli, quando vide la stanchezza, la prostrazione di una folla che fece un lungo viaggio per udirlo, la Scrittura dice che “ne provò compassione” (Matteo 9:36). Sono diversi gli esempi di viaggio esposti dalla Bibbia.
Maria e Giuseppe (Luca 2:43-45), di ritorno da Gerusalemme dalla festività pasquale, non si accorsero che Gesù non era più con loro; ipotizzarono una sua vicinanza “alla comitiva”. Spesso il Signore non segue il senso comune. Enoc (Genesi 5:24) camminò con Dio. Non era un asceta, un uomo di cui viene elogiato alcunché, ma imparò ad adeguarsi al passo di chi l’itinerario lo conosceva.
Giona invece (Giona 1:1-3); quando non ebbe concordia di intenti col suo Dio, decise di percorrere il tragitto opposto. Ma nessun tragitto è troppo opposto alla forza del suo Amore. I due discepoli sulla via di Emmaus (Luca 24:13-33); a Gesù non servì andarli troppo a cercare, sforzarsi di portarli in una data destinazione: bastò la sua Presenza in quel viaggio per cambiare ogni cosa. La presenza di Dio nel nostro viaggio cambia tutto: strada, emozioni, e destinazione.