03/02/2019

Il cuore del Padre

Il cuore del Padre

In Deuteronomio 30:15-20 leggiamo degli ultimi momenti della vita di Mosè. Vediamo un uomo di centoventi anni che è giunto al termine del suo servizio stare davanti al popolo che è giunto al termine del suo pellegrinaggio nel deserto. Sarebbero potuti entrare nella terra promessa dopo soli due anni, invece, a causa della loro incredulità, hanno vagato per quarant’anni, in attesa di tornare allo stesso punto. È passata un’intera generazione e Mosè li istruisce su tutta la Legge e sulla loro storia. In questo brano emerge tutto il carattere amorevole di Dio Padre, che invita i Suoi figli a compiere ciò che è buono e giusto per colmarli di benedizioni e vittorie, ma emerge anche tutta la santità e la giustizia di Dio, che odia il peccato e mette in guardia dal praticarlo.

Questo brano rappresenta oggi un monito per la chiesa di Cristo. Occorre studiare, meditare quotidianamente e conoscere la Parola di Dio, affinché conosciamo quale sia la Sua perfetta volontà per la nostra vita e ci sia rivelato, giorno dopo giorno, il cuore del Padre. Dobbiamo conoscere la Parola, senza distinzione tra vecchio e nuovo testamento. Gesù stesso afferma che le Scritture parlano di Lui (Giovanni 5:39).

C’è un’esortazione continua a leggere e conoscere le parole di questo Libro, ma noi siamo spesso sordi a queste parole, come lo fu il popolo d’Israele prima di noi. In Numeri 14:27-35, Dio decide che per la loro incredulità non sarebbero entrati subito nella terra promessa e li invita a tornare indietro. Ciò nonostante il popolo decide di tentare ugualmente la conquista (Numeri 14:40). Il cuore del Padre, per mezzo di Mosè, li avverte ancora (Numeri 14:41-44) ma il popolo si ostina e va incontro alla sconfitta.

A volte ignoriamo gli avvertimenti di Dio e ci accostiamo a Lui e alla Sua Parola con troppa leggerezza. Mettiamo molta enfasi sul fatto che Dio è amore ma, per quanto vero, questo non è l’unico aspetto della Sua persona. Dio è altresì Santo e Giusto e anche noi dobbiamo esserlo perché non può esserci coabitazione tra sacro e profano né comunione tra luce e tenebre. A volte il muro di cinta, che dovrebbe essere attorno alla nostra vita per separarci da ciò che è mondano, cade in abbandono e finisce per essere abbattuto. Si arriva al punto che la chiesa si trova a suo agio nel mondo ed il mondo nella chiesa.

Dio dice: “io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra”; due testimoni che non passeranno fino alla fine dei tempi. Si tratta di una scelta seria, per la quale potremmo essere giudicati. Non potremo dire di non essere stati avvertiti né di non aver ricevuto istruzione su ciò che è buono e ciò che è male, perché il cielo e la terra testimonierebbero contro di noi. “Scegli la vita!”, questo è l’invito del Padre, che ci indica il Suo figliuolo Gesù.

Pochi versi più avanti, in Deuteronomio 31:24-25 vediamo che il Libro della Legge viene posto accanto all’arca. Questa immagine ci spiega il ruolo della Legge oggi, per i credenti che accedono liberamente alla presenza di Dio. Non si tratta di qualcosa di abolito che possiamo tranquillamente ignorare o dimenticare. Dio stesso invita a conoscerla e ricordarla (Malachia 4:4) Gesù ha adempiuto tutta la legge e ha portato a compimento le leggi sacrificali e delle festività. La Legge è quel pedagogo che ci porta a Cristo (Galati 3:24) per cui sappiamo che se stiamo infrangendo i suoi principi non siamo pienamente in Cristo. Camminando in questo mondo possiamo esserne contaminati ma per mezzo del sangue di Cristo che ci lava possiamo avere vita e vita abbondante (Giovanni 13:8-10).

La chiesa deve risplendere della luce di Cristo per condurre i peccatori a Lui. Se noi, che siamo nella chiesa, cadiamo dobbiamo seguire l’esempio di Davide, il quale davanti alla riprensione di Natan non rimase sordo ma confessò il suo peccato e non si nascose. Addirittura, Davide scrisse il Salmo 51 e lo fece consegnare al direttore del coro affinché fosse cantato da tutti. Un cuore perdonato non desidera nascondersi ma prova gioia nel proclamare la meraviglia della grazia di Dio.

Se siamo caduti, non ci nascondiamo, ma andiamo al Signore. Egli ci rialza e le Sue braccia sono già sotto di noi.

Che la luce di Dio possa sempre rifulgere in noi!