03/10/2021

Guarire dalla sterilità spirituale

Guarire dalla sterilità spirituale

 

La sterilità spirituale, come quella fisica, è l’incapacità di produrre vita dalla vita. La Bibbia riporta molti esempi di donne sterili (Sara, Rebecca, Rachele, Anna…), eppure Dio si è usato di loro in modo glorioso. Potremmo chiederci il perché: perché il Signore sceglie proprio quelle che sembrano essere le meno adatte, a livello naturale-biologico, per dare progenie al Suo popolo particolare? Ancora una volta è la Sua Parola che ci mostra la risposta, in I Corinzi 1:27-29.

Ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, perché nessuno si vanti di fronte a Dio.”

Quando prendiamo consapevolezza del fatto che ogni aspetto della nostra vita è un dono ricevuto da Dio, del quale dover rendere conto, quando abbiamo cuori rotti e rese complete nelle mani del Signore, allora può manifestarsi una vera novità di vita, rinnovata nei valori, nei pensieri, nelle attitudini, in vista della Vita Eterna.

II Pietro 1:5-8 ci pone dinanzi a uno dei problemi della Chiesa odierna: “pigrizia e sterilità nella conoscenza del nostro Signore Gesù Cristo“. Ma mostra anche il rimedio a questa sterilità spirituale: esercitare “fede, virtù, conoscenza, autocontrollo, pazienza, affetto fraterno e amore“.
Il concetto di favore immeritato, di Grazia, dell’Evangelo, benché liberi l’uomo dal dover ottenere la vita eterna per meriti, non dovrebbe esonerare il credente dalla parte di responsabilità a lui spettante (“mettendoci da parte vostra ogni impegno“).
Nel regno di Dio nulla può essere fatto da soli, c’è un lavoro di collaborazione con lo Spirito Santo che introduce e conduce lungo un percorso, che dalla Fede ha inizio, e quando temiamo di non possederne a sufficienza, o non averne affatto, possiamo onestamente proclamare e chiedere, come il padre del bambino indemoniato: “io credo, vieni in aiuto alla mia incredulità” (Marco 9:24).

La nostra parte è desiderare la Fede di cui manchiamo, essa può essere trovata solo nella presenza di Dio, con l’intervento di Cristo, senza il quale la pace e l’armonia, di cui l’anima nostra è assetata, sono impossibili da raggiungere.

La fede è dunque ciò su cui poggiare i nostri piedi, senza attitudine di fiducia (nel fatto che il Signore guida i nostri passi, che il piano che ha per le nostre vite sussiste….) tutto crolla.

La virtù viene definita un “amore attivo del bene che induce l’uomo a perseguirlo e praticarlo costantemente tanto nel pubblico che nel privato“, è l’attitudine a filtrare, discernere e selezionare ciò che è buono, o invece dannoso, per la nostra vita, senza indulgere verso i nostri errori.

La collaborazione tra l’uomo e Dio vuole essere un percorso di crescita, cambiamento e miglioramento in divenire, che dai primi due gradini di fede e virtù giunge fino all’amore.
Esiste però anche una parte esclusiva di Dio, dono destinato all’uomo e avente un’essenza già perfetta e costante fin dall’origine, perché da Lui proveniente: i frutti dello Spirito, che troviamo in Galati 5:22 (“amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo”) procedono interamente su noi dal cuore di Dio, in perfetta pienezza.

Ricordiamoci che è alla pace e alla gioia di Dio che spetta sedere sul trono, apriamo dunque la porta alla bellezza dell’amore di Dio, frutto dello Spirito Santo, solo così gli affanni, le preoccupazioni e le sofferenze potranno essere collocate dove loro compete, e non l’epicentro delle nostre vite
…questo merita tutto il nostro impegno.