29/09/2019

Guarda al tuo cuore

Guarda al tuo cuore

Esiste un modo per appurare la condizione di un cuore? E se sì, qual è il maggiormente affidabile? Le parole. Esse hanno un peso determinante nello stabilire chi siamo (Luca 6:45).

Già, le parole; ciò che esce dalla nostra bocca, affermazioni positive o negative, richieste in preghiera, argomenti ricorrenti, persino le stesse battute di spirito: ogni parola è un piccolo grande indizio di ciò che alberga nel nostro io più profondo, quell’aspetto così intimo che cerchiamo spesso di custodire, nascondere, o nel peggiore dei casi dissimulare. Ma Dio sa chi siamo, conosce ogni cosa del cuore dell’uomo; e sa che la cosa più urgente da rinnovare è proprio esso.

La completa rivoluzione del messaggio di Gesù durante il suo ministero è stata proprio intervenire sull’interiore dell’uomo e riconciliarlo col Padre, non tanto eliminare ingiustizie sociali, malattie o liberare il popolo ebraico dal giogo di Roma, sebbene la Sua opera abbia avuto sconvolgenti impatti anche concreti. Questa concretezza infatti risiede in un cambiamento radicale del singolo quindi, di conseguenza, anche nella società.

Nel momento in cui Gesù disse “Tutto è compiuto”, ogni cosa lo è stata davvero e lo è tuttora. Quindi perché continuare a vivere in una perenne e frustrante attesa, come se la Sua opera fosse ancora da finire?

Difatti, purtroppo, sembra quasi che le maggiori impellenze siano salute, autorealizzazione e felicità: cose lecite, chiaro, ma come mai gran parte delle nostre preghiere e sforzi vertono principalmente su tali aspetti e poi, solo in secondo luogo, su un cambiamento che ci coinvolga più dal profondo?

La “chirurgia” del Signore è spesso dolorosa e non segue l’ordine che noi vorremmo: non è possibile vivere una vita spirituale con un cuore di pietra (Ezechiele 36:26), depositare il vino nuovo in otri vecchi, realizzare la Sua presenza senza che un autentico cambiamento del cuore abbia avuto luogo (1 Samuele 10:9).

Quando il cuore cambia, allora l’ultima affermazione di Gesù sulla croce (“Tutto è compiuto”) ha potente efficacia sulla nostra vita: tutto si compie; non si vive più in balia delle circostanze, sottraendoci alle nostre responsabilità, ma le parole mutano, il linguaggio da stolto fa posto a uno che sia edificante e costruttivo, e i desideri malvagi che guerreggiano in noi (Giacomo 4:1) non trovano luogo di evolversi in atti.