21/04/2019

Gesù ti amò fino alla fine

Gesù ti amò fino alla fine

In Giovanni 13:1 la Parola, prima di descrivere quanto avvenne nell’ultima cena, afferma che Gesù “…avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amo fino alla fine”. Fu per questo amore che oggi noi siamo alla presenza di Dio. Cosa ha significato per Gesù amare fino alla fine e da quali virtù è stato animato nell’offrire la Sua vita sulla croce?

Uno scorcio del grande progetto di Dio, preordinato sin dalla fondazione del modo lo vediamo da Giovanni 3:16. Dio, nel suo amore non poteva permettere la perdizione di tutti gli uomini che egli ama, senza offrire una via di salvezza, ma la Sua giustizia e la Sua santità richiedevano che si pagasse il prezzo del peccato. Ecco allora che Cristo offre se stesso per soddisfare la giustizia e la santità di Dio Padre, adempiendo al Suo desiderio di salvezza per tutti gli uomini.

Gesù alla croce è divenuto maledizione (Galati 3:13). Eravamo noi quei maledetti che dovevano essere appesi alla croce, ma Gesù si è offerto come sostituito al nostro posto. Lui che è giustizia, santità e amore di Dio è divenuto quanto di più distante possa esistere da questi tre caratteri.

Il verso di 2 Corinzi 5:21 ci ricorda che colui, il quale non ha conosciuto peccato, è diventato egli stesso peccato. Cosa significa? L’unico giusto che la terra abbia mai conosciuto, come un capro espiatorio, si è caricato a tal punto dei nostri peccati che neppure un’unghia di lui era più rappresentativa della sua reale natura di santità e giustizia. Egli era completamente pregno dei nostri peccati.

Da calendario si festeggia la Pasqua di resurrezione, ma quanto realizziamo quale immensa grazia sia per noi essere in Cristo Gesù? Abbiamo gratitudine, riverenza e timore nel nostro cuore offrendo il culto a Dio? Dovremmo essere ripieni di gioia perché la Parola ci dice che abbiamo ricevuto un regno che non può essere scosso (Ebrei 12:28).

In virtù di quel sacrificio glorioso siamo chiamati a spogliarci di noi stessi, prendere la nostra croce e seguirlo da veri discepoli. A volte, potremo trovarci a soffrire, ma se è per motivi di giustizia, glorifichiamo Dio perché le orme di Gesù non ci portano solo al monte della trasfigurazione e al monte delle beatitudini, ma prima e soprattutto al Calvario.

C’è un aspetto fondamentale nell’opera di Gesù, che caratterizza ogni istante della sua vita terrena: la ricerca della giustizia e della santità di Dio. In Matteo 5:6 non si parla di una giustizia umana, ma Gesù parla di fame e di sete della giustizia di Dio. In Matteo 6:33 Gesù ribadisce l’importanza della giustizia di Dio affermando “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio…”.

Sono beati coloro che ricercano la giustizia e la santità di Dio e se ne vogliono dissetare e nutrire. Questo forte desiderio nel nostro cuore ci porta a manifestare tutte le virtù e tutti gli aspetti del frutto dello Spirito Santo nelle nostre vite. I figli di Core erano animati da questo spirito, come leggiamo nel Salmo 42:1-6. Nel Salmo 63:1 leggiamo dei desideri che animavano Davide, l’uomo secondo il cuore di Dio. Nella lettera ai Filippesi 3:7-10 leggiamo della sete dell’apostolo Paolo che considerò ciò che per lui prima era un guadagno, come letame al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato non con una giustizia sua, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo.

Quando Gesù ha insegnato a pregare disse “… venga il tuo regno”. La parola ci invita a ricercare il regno di Dio fondato sulla sua giustizia e santità. Ogni giorno, le nostre parole, i nostri rapporti, il nostro comportamento sul lavoro, ed in ogni altra cosa che facciamo devono essere finalizzate a ricercare il regno di Dio.

Che possa trovarsi in ciascuno di noi il fermo proponimento del re Davide quando dichiarò, “una cosa ho chiesto a Dio e quella cerco che io abiti nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita per contemplare la Sua bellezza e meditare nel suo tempio” (Salmo 27:4).

Gesù amò i suoi discepoli fino alla fine. Sappiamo, dunque, che non furono i chiodi a tenerlo su quel legno, portandolo a divenire peccato e maledizione, ma fu l’amore di Dio Padre. Gesù, ripieno di quell’amore, docile e ubbidiente, assetato della giustizia e della santità del Padre, è rimasto fermo, amando i suoi fino alla fine.