14/10/2018

Dio parla! Stai ascoltando?

Dio parla! Stai ascoltando?

Il Signore chiama, parla e invita. Parole talvolta sommerse dai clamori di questo mondo. 2 Timoteo 3:1-5 è la cronaca dei nostri giorni, e nel mezzo di questa realtà il Signore ci chiama a risplendere (Filippesi 2:15). Dobbiamo interrogarci su quale sia il livello spirituale della chiesa contemporanea: camminando in questo mondo, siamo esposti al rischio di contaminarci col peccato. Gesù, cosciente del pericolo che corriamo inviata la Sua chiesa al lavacro dei piedi (Giovanni 13:5-10). Il profeta Ezechiele, nel misurare il tempio parla di un muro che aveva la finalità di separare il sacro dal profano; oggi questo muro sembra essersi dissolto (Ezechiele 42:20). Gesù pregò per i suoi discepoli di tutte le epoche, che sono nel mondo, dicendo “Io ho dato loro la tua Parola; e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo” (Giovanni 17:14). Paradossalmente possiamo dire che dobbiamo mantenere vivo quest’odio del mondo verso di noi poiché è sintomo del fatto che, pur essendo nel mondo, non siamo del mondo ma di Cristo. Purtroppo dobbiamo tristemente constatare che alle volte il mondo si trova bene con noi e noi siamo a nostro agio col mondo. La Parola ci dice che solo chi persevera fino alla fine sarà salvato (Matteo 24:13) e che siamo chiamati ad esaminarci per vedere se stiamo ancora camminando nella fede (2Cor 13:5).

Nelle scritture troviamo molti episodi in cui Dio chiama, invita, o semplicemente parla all’uomo che ha però difficoltà ad ascoltare la Sua voce:

In Genesi 3:8-9 Dio chiama l’uomo per la prima volta. La domanda è “Dove sei?” ma ovviamente Egli sa dove si sono nascosti; piuttosto Dio inoltra un invito a riflettere sulla condizione in cui Adamo si trova e quanto sia scivolato lontano da Lui a causa del peccato. Anche noi possiamo arrivare a pensare che il nostro peccato sia troppo grande per poter essere perdonato da Dio e che la cosa migliore sia nascondersi lontano da Lui, ma questa è una menzogna del nemico. Anche il giusto cade, ma poi si rialza (Proverbi 24:16).

In 1 Samuele 3 Dio chiama Samuele, ma il ragazzo non sa riconoscere la voce del Signore ed ha bisogno del consiglio di Eli. Questo è il caso di un neonato nella fede, che non riesce a distinguere chiaramente i messaggi del Signore alla sua vita. La Parola ci consiglia di rivolgerci a fratelli in Cristo, timorati e con più esperienza per essere aiutati a discernere la volontà di Dio, fino a maturazione spirituale.

In Giovanni 11:28 leggiamo che Gesù manda a chiamare Maria che, come sua sorella, era in preda alla disperazione, essendosi ormai rassegnata alla dipartita del fratello Lazzaro. Davanti a tale incredulità, Gesù ha una reazione di grande dolore (Giovanni 11:35). Restiamo fermi nella fede e confidiamo nel Signore anche quando sembra tutto perduto.

In Isaia 6 vediamo la condizione necessaria per poter udire la voce di Dio. Al versetto 8 Isaia inizia ad udire la voce di Dio ma prima deve fare due esperienze: la morte del Re Uzzia (che era stato il suo protettore e riferimento umano) e la purificazione delle sue labbra. Dio ha sempre parlato all’uomo e parla ancora oggi, tuttavia abbiamo bisogno di essere purificati per poter ascoltare la Sua voce.

In Matteo 11:28 e in Apocalisse 22:17 viene rivolto un invito all’uomo: andare a Gesù. Per poter cogliere l’invito c’è bisogno di una presa di coscienza individuale, che richiede una risposta individuale.

In Ebrei 4:7 troviamo un’esortazione ad ascoltare la Sua voce che è preceduta da un “se”. Ci sono dei prerequisiti che rendono il nostro cuore capace di percepire, spiritualmente, la voce di Dio. Se davvero desideriamo coglierla dobbiamo riconoscere il nostro bisogno, impegnarci in un cammino di santificazione, e ricercare la presenza e la conoscenza di Gesù; allora saremo in grado di ascoltare la Sua voce e di conoscere la Sua volontà per la nostra vita.