11/07/2021

Consolazione nella libertà dello Spirito

Consolazione nella libertà dello Spirito

 

Prima dell’ascesa di Gesù al Padre, Egli promise la venuta di un altro Consolatore, della Sua stessa divina e santa natura. In questo termine si racchiude quindi la principale attività dello Spirito Santo: portare conforto restando con la persona che ne ha bisogno, ma anche “far tornare a respirare” (da radice ebraica), restituire nuova vita, riavvicinando l’uomo alla grazia di Dio.

Il Signore ci consola facendoci godere della vicinanza dello Spirito Santo, capace di restituirci una libertà, non dovuta a condizione sociale o soltanto umana, ma ad una nuova condizione spirituale, reale, e di cui abbiamo veramente bisogno (Geremia 31:13)

Ci sono piani che il Signore condivide coi Suoi servi, come fece con Ezechiele nell’episodio miracoloso che vide rigenerati nuovi corpi partendo da ossa secche (Ezechiele 37:1-8), tuttavia, come allora, per le nostre vite non bastano solo conoscenza e rivelazione, “non c’era in esse nessuno spirito“, perché per ottenere completo beneficio abbiamo bisogno che il Signore stesso soffi su noi il Suo Spirito, che infonde vita, potenza e autorità (Ezechiele 37:9-10).

La Chiesa primitiva ebbe origine dall’unzione dello Spirito, che anche oggi deve essere la sua scintilla di vita, per sperimentare guarigione, liberazione, salvezza e nuove nascite.
La vera vita della Chiesa risiede nella sovranità dello Spirito Santo sopra le nostre vite, che libera dal dolore, dalle paure, e dona pace, serenità e rifugio.

Gesù mantenne la Sua parola, concedendo nel giorno di Pentecoste il Consolatore, che ancora oggi, se invocato sulle nostre vite, è l’unico vero rimedio per ogni nostra afflizione (II Corinzi 1:3-4).
Nella misura in cui il desiderio e la volontà di riceverLo ci spingono, lo Spirito Santo è distante solo un “io lo voglio!”.