04/07/2021

Aprigli gli occhi, perché veda!

Aprigli gli occhi perché veda

Eliseo aveva, per rivelazione, la capacità di conoscere in anticipo dove gli Assiri intendevano porre in assedio il popolo di Israele; per questo fu mandato a Dotan un gran numero di soldati contro di lui, per eliminarlo. Ma mentre il suo servo era preda della paura, Eliseo poteva vedere l’esercito celeste pronto in loro difesa, e incoraggiarlo dicendo «Non temere, perché quelli che sono con noi sono più numerosi di quelli che sono con loro».
Ancor più importante fu la preghiera del profeta: «Signore, ti prego, aprigli gli occhi, perché veda!» E il Signore aprì gli occhi del servo, che vide a un tratto il monte pieno di cavalli e di carri di fuoco intorno a Eliseo.

L’intero episodio di II Re 6:13-17 ci insegna che la capacità di vedere l’Invisibile è un dono di Dio. Quando questa è assente subentrano turbamento e timore, e i nostri occhi, impediti, oscurano la corretta visione dell’opera di Dio nella nostra vita.
Vedere l’Invisibile introduce una grande differenza, che calma il cuore, trasforma i sentimenti e lo stato d’animo, così avvenne per il servo del profeta Eliseo, e per questo il consiglio dell’Eterno a noi, come alla Chiesa di Laodicea, è quello di acquistare dalla Sua mano il collirio, necessità costante degli occhi spirituali (Apocalisse 3:18).
La famigliarità del servo con la gloria del Signore, la sua frequentazione col profeta, non furono abbastanza, come occorse un tocco del Signore sui suoi occhi, allo stesso modo a volte necessitiamo dell’intervento di Dio, per vedere amore, pace e la gioia che dichiariamo, vivendole in realtà ancora in maniera insufficiente.

Dove il nostro sguardo si posa, trova fondamento anche il cuore e lì i nostri sentimenti sono indirizzati, per questo è sempre più urgente avere lo sguardo rivolto all’Invisibile, alla gloria e al piano del Signore per la nostra vita.
Nella conversione di Paolo, alla folgorazione sulla via di Damasco seguì un periodo di cecità (Atti 9:8,17-18). Paolo riacquistò con la sua vista naturale anche una nuova vista spirituale, ricevendo lo Spirito Santo, e fece spesso nelle sue epistole riferimento all’importanza di quest’ultima, indispensabile per conoscere pienamente il Signore, i Suoi piani e pensieri.

Illumini gli occhi del vostro cuore” è la preghiera dell’apostolo per la Chiesa di Efeso (Efesini 1:16-19), un invito valido ancora oggi per noi che crediamo, affinché conosciamo

  • a quale speranza Egli ci ha chiamati
  • qual è la ricchezza della gloria della Sua eredità
  • qual è l’immensità della Sua potenza: una potenza che può essere operante attraverso le nostre vite, per il nostro prossimo e coloro che sono perduti.

 

Una chiara vista spirituale ci permette di rimanere costanti, come avvenne per Mosè, che preferì soffrire col popolo di Israele, come se vedesse Colui che è invisibile (Ebrei 11:24-27), guardando alla ricompensa che ne avrebbe avuto.
La nostra costanza non dipende infatti da determinazione o capacità caratteriali, essa si fonda sulla visione presente ai nostri occhi, per questo a volte la nostra insicurezza, e l’incapacità di amare o perdonare, dipendono dal fatto che ci lasciamo influenzare e poi inghiottire, ponendo lo sguardo su cose sbagliate, e non su Cristo, stabile Rocca, e unica fonte di incrollabile certezza.