29/08/2021

Interazione nel corpo di Cristo

Interazione nel corpo di Cristo

 

Un’ interazione efficace si manifesta quando in un corpo ogni membro agisce a pro dell’altro, e insieme, per l’edificazione della Chiesa nel processo del Regno di Dio.

Gesù disse che su di Sé, posto come rocca eterna, avrebbe edificato la Sua Chiesa, chiamandoci a farne parte come pietre viventi (I Pietro 2:5).
Nel corso di questa costruzione, come credenti soggetti a cedimenti e imperfezioni, dobbiamo poter essere smussati e levigati dal Signore affinché, senza fratture o punti di fragilità, possiamo tenerci accostati e saldi gli uni agli altri.

La Bibbia ci esorta in questo processo ad accogliere le “pietre” che mostrano debolezze nella fede (Romani 14:1), a prestare attenzione gli uni agli altri (Ebrei 10:24), a rialzare con spirito di mansuetudine colui che cade nella colpa (Galati 6:1), affinché possa tornare a fare parte della costruzione del corpo.

Per formare degnamente la Chiesa è indispensabile imparare da Cristo: il Vangelo di Giovanni ci indica alcune caratteristiche, necessarie al recupero dei deboli e dei caduti, da parte di quanti, a immagine di Cristo, sono più “spirituali“:
Amore. “Gesù li amò fino alla fine” (Giovanni 13:1)
Umiltà. Gesù si chinò a lavare i piedi ai Suoi discepoli, perché avessero parte con Lui (Giovanni 13:4-5).
Spirito di mansuetudine, che non si erge con superiorità sull’altro, ma si accosta come i discepoli, e si lascia lavare e ristabilire, per essere con empatia parte l’uno dell’altro (Giovanni 13:6-8).

Gesù, al quale Il Padre aveva dato tutto nelle mani (Giovanni 13:3), non temette di adoperarle per lavare i piedi dei discepoli, e anche noi, che camminando su questa Terra, siamo preda della sozzura del mondo, con le nostre mani, colme della giustizia, pace e gioia del Regno di Dio, dovremmo recuperare, restaurare e riportare alla condizione di santità i nostri fratelli.

Gesù, resosi servo (colui che lavava i piedi era infatti considerato un servo tra i più ignobili all’epoca), non perse nulla della propria maestà, santità e signoria. Possano anche le nostre opere manifestare che non temiamo di umiliarci, imparando dal Cristo che si spogliò delle proprie vesti, per servire, collaborare all’edificazione di altri.

Capite quello che vi ho fatto?” (Giovanni 13:12) domandò Gesù ai discepoli dopo aver loro lavato i piedi…e come allora (Giovanni 13:13-16), oggi Egli rivolge a noi l’invito a seguire il Suo esempio, essere collaboratori di Dio, imitatori delle Sue opere, perché “se sapete queste cose, siete beati se le fate” (Giovanni 13:17) .