Emma

 

Ricordo di mia madre

“L’Eterno è il mio pastore nulla mi mancherà ”…Il Salmo 23, chi non lo conosce? Questo capitolo della Parola di Dio ha accompagnato mia madre dall’inizio del suo cammino con il Signore, fino alla fine dei suoi giorni su questa terra, avvenuta il 24/12/06.

Si chiamava Diletta e il nome rispecchiava il suo essere. Nata a Sepino, un paese del Molise, nel 1921, dopo il matrimonio era andata a vivere in un paesino delle Marche, molto più piccolo del suo, in casa dei  miei nonni. La convivenza non fu facile, e spesso si sentiva sola e depressa. La sua famiglia (i genitori, tre sorelle ed un fratello) alla quale era molto legata, era lontana e non facilmente raggiungibile, neanche telefonicamente: non c’erano i mezzi che ci sono oggi. Sono nata io e, dopo quattro anni, mio fratello Enzo. Ci raccontava che spesso piangeva, ma dentro di sé sentiva qualcosa che la spingeva a credere che le cose sarebbero cambiate. Questo cambiamento, in effetti, avvenne dopo sedici anni, quando mio padre venne a lavorare a Roma. Non fu soltanto un cambiamento di residenza, come potrebbe sembrare, ma, dopo alcuni anni, si realizzò quello che aveva sempre percepito ma non raggiunto.

Pochi della chiesa l’hanno conosciuta. Negli ultimi anni una malattia invalidante aveva fermato la sua operosità, ma non l’opera che il Signore aveva cominciato in lei tanti anni prima. Il Signore ci prende e non ci lascia più, se noi non lo rinneghiamo, perché “colui che ha cominciato un’opera buona in noi, la porterà a compimento fino al giorno di Gesù Cristo “. Aveva accettato il Signore a metà degli anni ’70, dopo aver ascoltato la testimonianza di Francesca Mongini, mia collega di lavoro, che parlava di Gesù risorto, vivente in mezzo a noi e dello Spirito Santo, che trasforma la nostra vita. In lei si ridestò il ricordo di una famiglia evangelica che viveva nel suo paese di origine, prima che lei si sposasse. Era rimasta molto attratta dai canti, dalle preghiere, dal modo di vivere di quelle persone, che lei osservava da lontano, perché i suoi familiari non le permettevano di frequentarle.

Il Signore è fedele: mia madre aveva il desiderio di conoscerLo ed Egli le ha riproposto l’opportunità di fare un’esperienza gloriosa con Lui. Ha iniziato a frequentare la comunità evangelica con Francesca e Franco Mongini, e ha dovuto superare quelle difficoltà, incomprensioni e contrasti, che tutti i figli di Dio affrontano quando vogliono fare la Sua volontà, ma è rimasta ferma nella fede e nella decisione di seguire il Suo volere fino alla fine. Ci testimoniava spesso delle sue molte esperienze con il Signore, e fra tutte, per il suo ed il nostro incoraggiamento, amava riproporcene questa, che conservava nel suo cuore come il più caro dei ricordi. Un giorno, sdraiata sul letto, assorta nella preghiera e nella meditazione della Parola, dialogava con il suo Gesù e Gli chiedeva: “Signore, come avverrà, come sarà quando mi prenderai e mi porterai con te?”. Subito dopo mia madre si è sentita sollevare dal letto e levitare nell’aria, in una indescrivibile atmosfera di pace, gioia ed amore. Il Signore le aveva offerto il privilegio di pregustare la dolcezza del momento in cui avrebbe abbandonato la sua dimora terrena.

Mia madre, negli ultimi tempi, non riconosceva più i suoi cari, ma aveva vivo il ricordo del Signore. Quando mia figlia Chiara ed io le accennavamo le prime parole di un versetto che lei conosceva, oppure un cantico, proseguiva e finiva la frase, e questo è accaduto fino a pochi giorni prima che il Signore la chiamasse a Sé.

Mettiamo tutto il nostro impegno per alimentare il nostro spirito con la Parola, con la ricerca continua della Sua volontà per la nostra vita, con la ricerca della pienezza dello Spirito Santo ed Egli ci glorificherà e vedremo il frutto dell’opera Sua in noi. Studiamoci di curare il nostro rapporto con il Signore, ed Egli è fedele da farci sentire amati fino alla fine.

Curiosità

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