Luciano Crociani

Pastore

 

Era il 1949. La guerra aveva lasciato segni indelebili sul mio giovanissimo fisico e, col passare degli anni, le mie condizioni andavano sempre peggiorando. In quel tempo nella mia casa, prestava servizio una domestica evangelica. Non aveva una vita facile in famiglia: il marito aveva problemi di alcoolismo e la picchiava continuamente, ma in lei vedevo qualcosa di speciale, perché il suo viso era sempre raggiante e cantava continuamente. Visto che le sue tristi condizioni familiari non intaccavano minimamente la sua gioia, fui attratto da questa strana e meravigliosa persona e un giorno le dissi: “Maria, come fai a cantare ed essere felice con quell’inferno che c’è in casa tua?”. Lei, senza scomporsi minimamente, rispose: “Perché io ho Gesù nel mio cuore!”. Io replicai: “Ma io non ho Gesù?”. Lei disse: “No! Tu non hai Gesù, tu hai il diavolo perché sei un peccatore!”. Questa risposta così tagliente mi portò a riflettere.

Nel frattempo le mie condizioni di salute peggioravano: il mio giovane fisico atletico, il mio titolo accademico e il mio futuro pieno di progetti stavano per andarsene. Nella notte più profonda della mia vita mi ricordai che Maria mi aveva parlato di una chiesa evangelica. Decisi di andare ed ascoltai il messaggio della salvezza che sembrava indirizzato proprio a me: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro Te”. (Luca 15 :18)

Mi riconobbi peccatore, lontano dalla grazia di Dio. Alcuni responsabili pregarono per me e durante la preghiera sentii come se sotto i miei piedi vi fosse un filo di corrente elettrica e questa corrente attraversava tutto il mio corpo. Aprii gli occhi e guardai bene se vi fosse stato qualche trucco, ma non c’era niente. Uscito dalla chiesa provai a respirare e, con mia grande meraviglia lo potevo fare senza provare alcun dolore! Mi misi a ringraziare Dio e in quel preciso momento sentii una grande gioia! La mia vita era completamente rinnovata, tutto era cambiato in me ed anche intorno a me. Il cielo, le stelle, gli alberi, le persone, tutto era diventato diverso. Tutto era bello, era come una nuova creazione!
Ma intorno a me niente era cambiato, era tutto come prima: il miracolo era avvenuto nella mia vita! (Giovanni 3:7). La Bibbia chiama questa esperienza la “nuova nascita“. In 2 Corinzi 5:17 è scritto: “Le cose vecchie sono passate, tutto è diventato nuovo”. Una nuova vita era stata messa dentro di me, la nuova vita! (Romani 6:4)

Tornato a casa, i miei genitori si accorsero subito che qualche cosa era cambiata in me. Ero una nuova persona, mi sentivo rinnovato, pieno di gioia e respiravo bene. Prima che io potessi raccontare la mia grande esperienza e quello che provavo nell’avere incontrato Gesù, i miei mi chiesero: “Dove sei stato questa sera?” ed io risposi: “In una chiesa evangelica”. A questa risposta mia madre si gettò ai miei piedi, piangendo e implorandomi di non disonorare la nostra famiglia. Mio padre vedendola così disperata, mi picchiò. Nella nostra famiglia vi erano dei potenti prelati e la mia conversione avrebbe portato grande disonore.
Purtroppo, dal dispiacere, mia madre si ammalò. Vedendola soffrire per colpa mia e il fatto di non poterla aiutare mi faceva piangere. L’avrei aiutata solo rinnegando Gesù, ma io non potevo rinnegare Gesù! Pregavo e piangevo giorno e notte per questa invivibile situazione che si era creata in casa. Per un anno fui ignorato completamente dai miei familiari.
Un giorno, lessi un versetto in Marco 10:29,30. Nella Sua volontà, Dio ci dà la risposta a tutto quello che ci fa soffrire e, a suo tempo, sistema ogni cosa, asciuga le nostre lacrime e ci consola.

Era il 1950 ed io allora avevo 25 anni. In quel periodo ho iniziato a predicare l’evangelo e il Signore mi ha dato la forza di predicarlo per oltre 50 anni! Ho messo la mia vita a disposizione di Dio. Mi sono reso disponibile in tutto quello che il mio Signore mi ha chiesto di fare: pulire la chiesa, visitare gli infermi, assistere le persone anziane, insegnare ai ragazzi, guidare i giovani, evangelizzare e predicare, questo mi ha aiutato molto nella crescita spirituale ma, soprattutto, gli incontri quotidiani di preghiera sono stati determinanti per la mia formazione cristiana.

Voglio dire ad ogni giovane che vuole servire Dio, di non cercare il successo, ma di cercare il Signore. Cercarlo in preghiera, aiutato da qualche collaboratore che vive una vita santa e consacrata. Voglio dirgli di ubbidire alla Parola di Dio con umiltà, non scegliendo il servizio da fare, ma lasciando al Signore la libertà assoluta di lavorare nella sua vita. Che sia un incarico visibile o meno non importa. Dobbiamo ricordarci che il nostro servizio è per il Re! Nel campo del Signore la parola “carriera” non deve esistere. C’è solo il servire!

In tutti questi anni che sono stato al Suo servizio, ogni giorno il Signore si è preso cura di me, dandomi nuove forze e arricchendomi di benedizioni. La mia vita è costellata dai benefici dell’Eterno. Ora voglio fare mie le parole dell’apostolo Paolo: “Per me il vivere è Cristo, il morire è guadagno” e ancora “Ho combattuto il buon combattimento, ho conservato la fede ed ora mi aspetta la corona della Vita!”.

Curiosità